Jack Vettriano: eros, contraddizioni e city break come ispirazione per l’arte
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After midnight study
Buongiorno, amica o amico amante dell'arte!
Oggi parleremo del viaggio come fonte di ispirazione, ma non nella maniera che potresti aspettarti.
Non è una novità che i viaggi siano importanti per risvegliare la creatività - basti pensare ai lunghi Grand Tour del Settecento - perciò ho deciso di affrontare l'argomento con una prospettiva diversa dal solito. Ci concentreremo infatti su ciò che oggi viene definito "city break", un breve viaggio volto alla scoperta di una città.
Sono felice dunque di presentarti uno dei miei pittori preferiti, un controverso artista di nicchia che trae ispirazione dalle strade e dai locali affollati, dalle spiagge gremite, dagli alberghi di lusso, un uomo che ama fare..."people watching".
Questo termine ti incuriosisce? Allora lascia che ti parli di Jack Vettriano e della sua arte realista, nostalgica, sensuale e a tratti misteriosa.
Ah, non ti ho detto la parte più interessante? È uno dei pittori viventi più riprodotti e venduti al mondo, ma viene continuamente stroncato e snobbato dalla critica. Un motivo in più per volerlo conoscere, non credi?
I just love outsiders, you know... 😉
Chi è Jack Vettriano e cosa dipinge?
Siccome questo artista è poco conosciuto in Italia, mi sembra giusto partire dalle basi.
Jack Vettriano, nome d'arte di Jack Hoggan, è un pittore scozzese di origini ciociare - Vettriano deriva da Vettraino, il cognome da nubile della madre - nato nella contea di Fife nel 1951. Iniziò a lavorare da ragazzino per aiutare la sua famiglia e si avvicinò alla pittura da autodidatta a 21 anni, quando la sua ragazza gli regalò un set di acquerelli.
Vettriano, va specificato, non è quello che si definirebbe un "globetrotter": si muove solo per inseguire l'ispirazione necessaria per i suoi quadri. In un'intervista del 2014 per il Telegraph ha infatti dichiarato che per lui non avrebbe molto senso fare un safari in Africa, al contrario ama visitare città vibranti come Milano, Parigi, Roma o New York per poter osservare le persone, coglierne le sfumature e restituirle su tela. Un modo peculiare di intendere il viaggio, però...affascinante, vero?
Dal canto mio, se potessi girerei il mondo e non mi fermerei più; tuttavia, da grandissima amante dei city break, sono d'accordo con Vettriano sul magnetismo di certe metropoli e sul fatto che in città sia più facile trovare storie che valga la pena raccontare.
Per esempio guarda questa serie dedicata ai tram di Milano, contenuta nella mostra "Days of Wine and Roses" del 2010. I quadri sono rispettivamente The look of love?, A very married couple e The last great romantics:



In generale i soggetti sono tutt'altro che banali: i protagonisti dei suoi quadri sono persone abbienti, uomini e donne di città che cercano di mantenere un senso di superiorità ma finiscono per rivelare passioni, segreti e perversioni nella penombra di un locale o di una camera d'albergo. Non c'è spazio per il bigottismo e l'ipocrisia nelle opere di Vettriano: tra chiaroscuri magistrali e pennellate piene, si smascherano contraddizioni, vizi e desideri dell'uomo contemporaneo. L'artista ama rappresentare la tensione, in particolare subito prima e subito dopo un incontro passionale.
Jack Vettriano: temi, opere, ispirazione
Jack Vettriano trae ispirazione da tutto ciò che amo: l'arte impressionista, i poster cinematografici anni Cinquanta, lo stile vintage, le tinte intense e graffianti - a volte un po' noir - e la dissacrazione dell'amor cortese. Una pittura umana, insomma, tra contrasti e passioni.
Le ambientazioni ricordano un po' i thriller di Hitchcock, ma sono pervase da un alone di romanticismo quasi nostalgico. Persino le tele più spinte strizzano l'occhio a qualcosa di più profondo e gettano i semi per una riflessione sul vivere di ieri e di oggi, su cosa è cambiato e cosa invece non cambierà mai.
La solitudine è un tema centrale nelle opere di Vettriano, anche nei quadri all'apparenza più frivoli: nonostante la presenza della spiaggia, di una sala da ballo o di un'occasione gioiosa, c'è sempre un elemento straniante: gli slanci di passione e gli sguardi carichi di tensione sono fissati sulla tela, ma l'osservatore sa che saranno destinati a languire nell'indifferenza della vita cittadina. Se gli amanti siano occasionali o meno, sta alla fantasia di chi guarda; quel che è certo è che Vettriano ci mostra che non può esistere luce senza ombra.
E a proposito di luce...hai notato come i personaggi sembrino sempre al centro di una scena? È evidente l'influenza del cinema e della fotografia, che congela i soggetti ma al contempo ne narra la storia. Niente è statico come sembra: sotto la pelle dei personaggi scorre il sangue, batte il cuore, si affanna il respiro.



Back where you belong, A kind of loving, Night geometry.
L’artista e l’imprenditore: quando il successo di pubblico fa vacillare la critica
Ci sono due cose che la critica proprio non vuole perdonare a Jack Vettriano: la formazione da autodidatta e il business di successo derivato dalla vendita delle opere e del proprio merchandising.
Personalmente non capisco questo astio nei confronti degli artisti moderni che si rivelano anche ottimi uomini e donne d'affari. Come se il denaro fosse qualcosa di sporco e inassociabile all'arte, come se creare copie, cartoline, calendari e gadget con le proprie opere svilisse le opere stesse. Non comprendo inoltre tutta questa ferocia nei confronti degli autodidatti, che si sono formati al di fuori dei classici canali accademici. Per me tanta dedizione e tenacia sono solo un motivo d'ammirazione in più.
I critici lo accusano di mancare di profondità. Ma come può mancare di profondità un'opera che deriva direttamente dall'osservazione delle persone? I vizi e le virtù del mondo moderno, la frenesia e il tentativo di sfuggirle...non meritano forse di essere rappresentate dall'arte? Ci sono state vere e proprie frecciatine al vetriolo che definiscono il lavoro di Vettriano "soft porn mal concepito", privo d'immaginazione, senza cervello e...populista.
Qualcuno spieghi a questi salottari in giacca e cravatta che senza il "popolare" non avremmo avuto il cinema neorealista, non avremmo avuto Warhol, né Banksy...ma nemmeno artisti del calibro di Picasso e Gauguin, né alcuna delle grandi Avanguardie del Novecento, se consideriamo l'ascendente che l'arte popolare ha avuto su di loro.
E ora un'ultima considerazione, se mi permetti il paragone azzardato: ricordiamoci che anche gli Impressionisti erano stati stroncati dalla critica alla loro prima mostra nel 1874, erano stati bollati come incompetenti e sempliciotti. Ebbene, lo scorso novembre un quadro di Monet è stato venduto all'asta per 74 milioni di dollari. Questo cosa ci insegna?
A non ascoltare chi vorrebbe che l'arte fosse solo elitaria, ovvio 😉
Finisce qui il mio articolo su Jack Vettriano! Che ne pensi, ti sono piaciute le sue opere?
Tutte le immagini sono tratte dal suo sito ufficiale, perciò in caso sai dove andare se avessi la curiosità di scoprirne altre!

Bad boy, good girl