Cosa vedere a Capodistria: un giorno nella città dei cento soli

Una cittadina tra terra e mare, dove si respirano storia antica e aria salata, impreziosita da curiosi aneddoti che aspettano solo di essere raccontati. Sto parlando di Capodistria, in sloveno Koper, la "città dei cento soli", che quest'anno festeggia 1500 anni dalla fondazione. L'elegante centro storico in stile veneziano, le vivaci stradine piene di negozi, i caffè caratteristici e l'atmosfera da città portuale la rendono una destinazione per tutte le stagioni. Io mi ci sono recata da Udine con FlixBus, vuoi rivivere la mia avventura?

cosa vedere a capodistria - piazza tito

Capodistria in pillole: cosa sapere

Prima di dirti cosa vedere a Capodistria, in questa sezione riporto un po' di curiosità e fatti storici che devi conoscere prima di partire, se vuoi apprezzare e capire la città fino in fondo.

  • Una volta era un'isola

Incredibile ma vero: Capodistria è una delle città più antiche della Slovenia e in origine era un'isola. Fu "saldata" alla terraferma con la bonifica delle saline, iniziata nel 1929.

  • Il suo simbolo è il Sole

Capodistria è chiamata anche città dei cento soli: scolpiti dentro e fuori dai palazzi, dipinti sugli stemmi, persino sulla bandiera (fondo azzurro con un sole dorato al centro).

  • Ha cambiato nome diverse volte

A seconda di chi l'ha governata, Capodistria ha cambiato nome parecchie volte.
Ai tempi dell'antica Grecia si chiamava Aegida. Nella mitologia greca la parola "egida" indica lo scudo utilizzato da Zeus, ma anche da Atena. Secondo la leggenda, durante l'ennesimo scontro tra Poseidone e Atena, quest'ultima avrebbe perso lo scudo che, caduto in mare, formò l'isola di Capodistria. Ai tempi dei romani si chiamava Capris - perché era un luogo destinato all'allevamento delle capre - poi Iustinopolis sotto l'impero bizantino, in seguito Caput Histriae sotto i Patriarchi di Aquileia, fino ad arrivare a Capodistria in italiano e Koper in sloveno.

  • È una delle 4 entità comunali slovene che riconoscono l'italiano come lingua ufficiale

Se vuoi sapere che lingua si parla a Capodistria, sappi che è uno dei quattro comuni sloveni che riconoscono il bilinguismo ufficiale sloveno-italiano, assieme a Pirano, Isola e Ancarano. Un unico avvertimento: non è detto che i cittadini siano tutti bilingui, in compenso chi lavora nel comparto turistico di solito parla inglese.

  • È l'unico porto marittimo della Slovenia

Si tratta di uno dei porti commerciali più importanti di questa parte d'Europa e registra ogni anno un fatturato da record, complici anche le numerose navi da crociera che vi attraccano. Sono in programma ingenti investimenti per ampliare il porto, credo che ne vedremo delle belle!

 

Visto? Chi l'avrebbe mai detto! Eppure, questa piccola città visitabile in giornata racchiude un'infinità di aneddoti e curiosità storico-linguistiche.

Ora però...bando alle ciance! È il momento di visitare Capodistria.

Cosa vedere a Capodistria

Capodistria è visitabile in poche ore, perciò è perfetta per una gita in giornata da Trieste (dista circa 20 km) o da Gorizia (70 km), ma anche da Udine (100 km). Io sono partita, in collaborazione con FlixBus, dall'Autostazione di Udine alle 7:40 e sono giunta a destinazione in poco più di un'ora. Una gita in solitaria per rigenerarmi e visitare un'altra perla della splendida e sottovalutata Slovenia.

1. Porta della Muda e la Fontana Da Ponte

Il FlixBus si è fermato sulla Ljubljanska Cesta, lasciandomi a ridosso del centro storico.

La mia passeggiata inizia poco fuori dalle mura cittadine, per la precisione a pochi passi dalla Porta della Muda (Vrata Muda), che con il suo aspetto richiama un arco trionfale. Qui ci imbattiamo per la prima volta nel simbolo cittadino, il sole.

Ah, ti ricordi che ti ho detto che Capodistria era un'isola? Ecco, proprio da qui partiva un ponte che la collegava alla terraferma!

Appena passata la porta, mi ritrovo in Piazza France Prešeren - intitolata al più grande poeta sloveno - dove scorgo la Fontana da Ponte nel punto esatto in cui terminava l'acquedotto. Oltre a essere molto particolare, nasconde un aneddoto: la struttura ad arco che sovrasta la vasca richiama un ponte ed è un omaggio al nome del podestà che la volle ricostruire in stile barocco nel 1666, ossia Lorenzo Da Ponte.

2. Il centro storico e i suoi vicoli

Superata la fontana, imbocco la Župančičeva ulica (ricordati che "ulica" in sloveno significa "strada", "via"). Da qui ci immergiamo immediatamente nella città antica, caratterizzata da stretti vicoli che ricordano moltissimo le calle veneziane. In giro c'è poca gente, il che per me significa una cosa sola: il paradiso!

Dopo aver girato in Čevljarska ulica, mi fermo al Slaščičarna Dehar, un caffé pasticceria a pochi passi da Piazza Tito, la principale della città.

Ecco, se vuoi sapere cosa mangiare a Capodistria, sappi che io inizio dai dolci: decido di assaggiare i bussolai, biscottoni secchi dall'aroma vanigliato di origine buranese. Il nome deriva infatti da "buso", che in dialetto veneziano significa "buco", e si riferisce alla tipica forma a ciambella del biscotto. Nell'invitante vetrina del locale scorgo anche la kremšnita - la torta di Bled - e i koprski piškot (biscotti di Capodistria), che sono simili alle nostre brasiliane, ma hanno anche una copertura al cioccolato. Una meraviglia con il caffè!

Dopo una bella (seconda) colazione, entro in Piazza Tito.

cosa vedere a capodistria centro storico

3. Piazza Tito

Piazza Tito, che hai visto nella foto in alto, è il fulcro della città.

La Cattedrale dell'Assunta e di San Nazario, ossia il Duomo cittadino, sorge su un luogo in cui sono state costruite più chiese, ma quella attuale risale all'XI secolo. La parte inferiore è in stile gotico, quella superiore in stile rinascimentale. Due sono i fatti degni di nota: la presenza di alcune opere di Vittore Carpaccio - sì, il nome del piatto deriva dal suo nome! - un pittore veneziano attivo a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, e l'organo più antico della Slovenia.

Il campanile è alto 54 metri e ha ben 200 gradini, ma pare che la fatica venga ripagata con uno splendido panorama su Piazza Tito e sul mare! Dico "pare", perché devi sapere che la sottoscritta ha la pressione bassa e con il caldo già ha rischiato il collasso alla Torre degli Asinelli di Bologna qualche estate fa...tu però, ti prego, sali! Sembra che sia uno dei punti panoramici più belli della Slovenia. I biglietti si acquistano al Centro Informazioni Turistiche all'interno del Palazzo Pretorio (tariffa intera 5 €).

...e io recupererò la salita al campanile quando sarà meno caldo, eheheheh 🙂

Una curiosità: il campanile custodisce la campana più antica della Slovenia ancora in funzione, risalente al 1333.

Di fianco al Duomo e di fronte a Palazzo Pretorio c'è la Loggia, che ospita il caffè più antico della Slovenia.

4. Palazzo Pretorio

Palazzo Pretorio si trova appunto in Piazza Tito, ma merita una menzione a parte. Il Palazzo è sede del Comune ed è in stile gotico veneziano, l'aspetto attuale risale al quindicesimo secolo.

Decido di partecipare alla visita guidata del Palazzo per  la modica cifra di 5 €, organizzata dal Centro Informazioni Turistiche che ha sede proprio al piano terra del palazzo stesso. Le visite si effettuano alle 11 e alle 15 previo appuntamento, nel mio caso sono semplicemente passata a dare il mio nominativo circa un'ora prima delle 11. La visita nel complesso dura un'oretta.

La prima tappa è la ricostruzione dell'antica farmacia "Alla Fenice", con il mobilio e il vasellame che presentava alla fine del XVIII secolo. Si tratta della prima farmacia laica della Slovenia, comparsa probabilmente attorno al 1400 e di proprietà della famiglia Palma. Negli albarelli - i contenitori usati nelle antiche farmacie - ci sono le più svariate sostanze, non tutte identificate.

Al piano superiore vi sono la sala per i matrimoni, la stanza di rappresentanza del sindaco e la sala comunale, quest'ultima adornata con uno splendido sole - l'ennesimo! - sul pavimento.

5. Il Museo Regionale di Capodistria

All'interno dello splendido Palazzo Belgramoni - Tacco ci sono ben tre piani di museo.

Merita una visita? Oh, altroché.

Si comincia al piano terra con i reperti archeologici più antichi, risalenti al periodo preistorico e a quello romano, e il percorso espositivo si snoda attraverso le epoche, tra opere d'arte, armi, strumenti musicali, abiti...una collezione variegatissima! Non avevo mai sentito parlare di questo museo, ma credimi, merita almeno due o tre ore di visita.

Al primo piano sono esposti oggetti del periodo tardoromano, come ad esempio fibbie e pettini in osso, e diverse sculture medievali di natura religiosa.

Al secondo piano, raggiungibile tramite una splendida scalinata, c'è il piano nobile. Dietro quest'ultimo c'è una serie di stanze che racchiudono testimonianze di arte veneta dal XV al XVIII secolo.

C'è però una sala in particolare che ospita una vera e propria chicca: testimonianze scritte di glagolitico! Se non lo conosci, l'alfabeto glagolitico è l'alfabeto slavo più antico conosciuto. Venne creato da Cirillo e Metodio...sì, gli stessi Santi considerati padri del più conosciuto - e ancora in uso - alfabeto cirillico! Ecco, il cirillico per l'appunto deriva in gran parte dal glagolitico.

Al terzo piano, che ospita reperti dell'epoca di Napoleone e degli Asburgo, ho apprezzato in particolare la sala dedicata alla musica, con strumenti d'epoca di ogni genere, la collezione di armi e la sala con il fortepiano, il mini teatro delle marionette e un abito da donna nobile d'epoca settecentesca, meraviglioso!

Nella stanza accanto si trova invece il libro del medico capodistriano Santorio Santorio (1561 - 1636), seguace di Galileo Galilei e padre delle misurazioni fisiche in medicina (per esempio la scala di misurazione della temperatura corporea).

Concludo la visita nel lapidarium, ossia il giardino esterno. Visto il caldo, ne approfitto per rilassarmi all'ombra di un albero.

A proposito...se non sai quando andrai a Capodistria o pensi comunque di non avere tempo per visitare il Museo Regionale, ho una buona notizia per te: sul sito del Museo è possibile effettuare un tour virtuale.

I dintorni del porto di Capodistria

capodistria limonata alla lavanda

Quale modo migliore per concludere una visita, se non con una passeggiata sul lungomare?

Prima però ho bisogno di dissetarmi: il caldo è davvero cocente! Mi siedo alla Kavarna Kapitania e ordino una gustosa limonata alla lavanda. Una bontà!

Vicino al porto di Capodistria ci sono molte persone che fanno il bagno, guarda come si tuffano! Sono invidiosa, fa tanto caldo e io non ho portato il costume, né un asciugamano...non importa. Passeggerò lungo il mare, ammirando i riflessi del sole nell'acqua e pensando a quale città visitare in Slovenia la prossima volta.

 

Si conclude qui la mia - nostra - avventura! Visitare Capodistria si è rivelata una scelta vincente, sicuramente tornerò a fare un giro da queste parti per gustare le leccornie locali e godermi qualche raggio di sole in riva al mare.

Un ultimo consiglio: se vuoi sapere nel dettaglio cosa vedere a Capodistria (e cosa fare), visita il sito ufficiale di Visit Koper.

Io e te invece ci rivediamo al prossimo viaggio!

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